25 maggio 2006

TocqueVille, la Città dei Liberi

TocqueVille è un aggregatore di blog liberali, conservatori, neoconservatori, riformatori e moderati, che, ispirandosi all'insegnamento del grande Alexis de Tocqueville, vuole diffondere il verbo della libertà. In Italia questa realtà rappresenta un tentativo inedito di incoraggiare e sviluppare una cultura politica più aperta, moderna, anti-ideologica, attenta a quanto si muove anche al di fuori del nostro Paese, soprattutto negli Stati Uniti, ma non solo.
Un amico blogger ha contribuito a farla nascere, poi ne era uscito per coerenza con la propria appartenenza culturale alla sinistra (perché "la Città dei Liberi" si stava caratterizzando come "la Right Nation italiana") e adesso vi è rientrato ritenendo che, alla luce del malinconico spettacolo offerto da una sinistra incapace di imboccare in maniera definitiva la via del liberal-socialismo e di liberarsi delle ipoteche di un estremismo più vitale che mai, questo fosse un passo quasi obbligato per un blogger che crede nella libertà. Beh, il suo percorso mi ricorda talmente da vicino il mio, il suo conflitto interiore è così simile a quello che ho vissuto io, che ad un certo punto mi sono deciso a varcare anch'io la soglia di questa Città.
Il mio è un blog molto part-time, ma una testimonianza la puòdare lo stesso. Ed io l'ho data iscrivendo Foglie d'Erba a TocqueVille.

Andate a raccontarlo a qualcun altro ...

Da Addis Abeba arriva una notizia piuttosto strana: un ristoratore cristiano sarebbe stato sorpreso nel suo negozio ad usare le pagine del Corano per incartare gli acquisti (cibo) dei clienti, e per pulirsi le mani. “Ovviamente” sarebbe questa la causa delle violente manifestazioni anticristiane al grido di «Allah è grande» durate ore e con lanci di pietre che si sono tenute ieri a Jijiga, cittadina nell'est dell'Etiopia, un'area ad ampia maggioranza musulmana ai confini con la Somalia. Ne riferisce Il Giornale. E naturalmente nessuno crede che le manifestazioni siano la conseguenza del gesto blasfemo del negoziante, per la semplice ragione che nessuno crede che il gesto in questione si sia mai verificato.