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04 novembre 2008

Rieccoci

Il mio silenzio è stato troppo lungo ed anche un po' vergognoso. Ma penso di avere alcune attenuanti, tra cui un lavoro che ultimamente non mi ha dato tregua e mi ha sballottato in giro per il globo oltre ogni umana immaginazione. Cosa sarebbe questo lavoro se non fosse così maledettamente interessante! Va bene, comunque eccomi ancora qua, e stavolta non per rimanerci per una frazione di secondo, o all'incirca (seriamente, stavolta dovrei farcela a rimanere in circolazione per qualche mese, complice qualche affanno del sistema economico globale).

Che dire per riprendere i contatti? Mah, che come al solito la navigazione nella blogosfera mi ha portato ai blog di sempre (quelli che se posso li leggo anche in Indonesia o in Madagascar). Qualcuno in inglese, qualcuno in francese o spagnolo, qualcuno in italiano. Avendo frequentemente tempi molto ristretti, devo per forza selezionare. Quindi solo il meglio del meglio, per capirsi: i Norman Geras, i Christopher Hitchens, i Rob, e gli altri elencati sulla destra (ma è un elenco da rifare almeno in parte, qualche aggiunta soprattutto). Rob in particolare ha scritto (in italiano) cose memorabili sulla rovinosa caduta di Veltroni dopo i brillanti esordi. In inglese si è occupato anche della riformetta della Gelmini con un paio di post che condivido totalmente. L'argomento mi sta particolarmente a cuore, evidentemente, dal sistema formativo dipende il nostro futuro. Questa banale constatazione, però, non sembra condivisa dalla nostra classe politica, nessuno escluso, sia chiaro, anche se la sinistra fa finta di interessarsene per catturare qualche improbabile consenso.

Per oggi, direi, è tutto. A risentirci.

11 febbraio 2008

La quadratura del cerchio

Su Il Giornale di oggi Claudio Borghi svolge una riflessione interessante circa la svolta che i due grandi partiti allo stato nascente hanno impresso al sistema politico nazionale. Dopo la “camicia di forza” rappresentata nel recente passato dall’ingresso nell’euro, oggi si registra un altro passo avanti in direzione del buon governo:

Lo scivolo verso il disastro sembrava inevitabile ma per fortuna l’ingresso nell’euro ha rappresentato la prima medicina, sotto forma di una camicia di forza costituita dal vincolo di bilancio. In pratica non si poteva più spendere liberamente, pena l’uscita dai parametri di Maastricht.
…..
La creazione di due grandi partiti potrebbe rappresentare la quadratura del cerchio: si tratta di un’ulteriore camicia di forza che potremmo chiamare «vincolo di dissenso», annullando la possibilità di veto di un partitino minore ed al contempo mantenendo la motivazione al buon governo data dal timore dell’alternanza con l’altra forza.
…..
Il fatto che l’approdo a questa soluzione sia stato su base volontaria e non imposto esternamente con il referendum (che diventa a questo punto indifferente) è un’ulteriore garanzia di tutela ed è un punto di arrivo migliore della grande coalizione, che rischia di non avere alternative temibili, diventando alla lunga passiva. È una grande occasione.

Non ci resta altro che sperare che Borghi abbia ragione. Personalmente oserei dire che l'ottimismo (la possibilità che si arrivi alla "quadratura del cerchio") non sarebbe del tutto fuori luogo.

06 dicembre 2007

Scenari futuribili

La legge che Berlusconi e Veltroni cercheranno di far passare avrà almeno due punti fermi. Primo: una soglia di sbarramento alta, che cancelli o ridimensioni la rappresentanza parlamentare dei partiti più piccoli. Secondo: piena libertà, per i partiti che riusciranno a entrare in Parlamento, di decidere le alleanze dopo il voto.

Lo scrive Luca Ricolfi (su La Stampa di ieri) e mi sembra che abbia perfettamente ragione. Segue una lucida analisi degli scenari che potranno determinarsi a questo punto. Che sono essenzialmente tre. Il primo è che al centro nasca “una piccola Dc”, ossia una formazione di matrice cattolica abbastanza forte da risultare indispensabile sia per una maggioranza di centro-destra sia per una di centro-sinistra”. Ebbene, secondo Ricolfi, “il risultato non sarebbe molto brillante”. Perché il “potere ricattatorio” di quel partito avrebbe partita vinta. Penso che non si possa non essere d’accordo, o almeno io sono dello stesso parere.

Il secondo scenario è che “la piccola Dc” sia effettivamente piccola. In tal caso, osserva Ricolfi, non ci dovrebbero essere problemi. Qui non sarei molto d’accordo: l’esperienza del passato mi ha insegnato qualcosa …

Il terzo scenario è il più improbabile:

L’iniziativa di occupare il centro del sistema politico potrebbe essere assunta - anziché dalle forze del mondo cattolico, da sempre parte integrante del «partito della spesa» - dalle minoranze riformiste e liberali presenti sia nei partiti sia al di fuori di essi. Penso a uomini politici come Daniele Capezzone, Bruno Tabacci, Giorgio La Malfa, Nicola Rossi. O a membri della classe dirigente come Luca Cordero di Montezemolo, Mario Monti, Mario Draghi. In questo caso quel che nascerebbe al centro del sistema politico non sarebbe una piccola Dc, ma un medio partito liberal-democratico. Non il partito dei dipendenti pubblici e delle clientele, ma il partito della modernizzazione e del merito. Anche in questo caso rischieremmo di consegnare troppo potere a un partito ago della bilancia, ma il rischio - forse - sarebbe compensato dalla sua vocazione riformatrice e liberale.


In questo caso, molto improbabile appunto, secondo Ricolfi le cose andrebbero molto meglio. E qui sono di nuovo d’accordo. Mi sembra che il professore abbia dato un ottimo contributo al fine di rendere un po’ più chiare le cose ai non addetti ai lavori. Mi sembrava doveroso segnalarlo. Un po’ meno interessante, invece, è stato il contributo di Giovanni Sartori sul Corsera di ieri, anche se il suo disgusto per i “nanetti” (i partitini) lo condivido tutto.