14 novembre 2005

Il branco

Ne hanno parlato vari giornai e telegiornali. Questo articolo di Elena Loewenthal su La Stampa di oggi mi sembra un commento interessante.

Non lascia copiare, picchiata dal branco

"A volte hanno fama arcigna. A volte fra le tante mansioni del loro mestierec'è anche quella dell’angelo custode, come è capitato alla bidella della scuolamedia «Enzo Vanoni» di Ardenno, in provincia di Sondrio, richiamata dalle urlaferoci e disperate di una bambina durante l’intervallo. Forte forse di tantaesperienza, forse soltanto di una buona sensibilità, la bidella ha capito chequelle grida non erano un normale chiasso da pausa lezioni. Tutt’altro: eranoinfatti calci e pugni di un'autentica aggressione. La vittima: undici anni. Ilmovente: non aver passato un compito. Lei per fortuna non ha lesioni néfratture. Come si dice in gergo, se la caverà. Ma proviamo a immaginare il suoritorno a scuola, fra qualche tempo. Con i compiti fatti. Perché proprio questaè la sua colpa: avere studiato la lezione. E’ l’ennesimo episodio di bullismo ascuola: più che l'impulso di commentare desta tristezza, certo. E poi l’età: inun’epoca in cui i tempi della vita si allungano quasi a vista d’occhio, certebrutte cose invece sembrano sempre più precoci. Come se si avesse fretta disfogarli, tali soprusi. Ma questo ennesimo episodio racconta una nota dolente inpiù, in rapporto ad altri casi di violenza in erba: è come se avesse undisvalore aggiunto. Che non è solo triste - o tragico: è anche moltopreoccupante. Questa bambina è infatti stata aggredita perché lei è una che sa.Una che evidentemente si era preparata, studiando. Da che mondo è mondo, ilfatto di sapere rappresenta un vantaggio. Ma qui, e in altri casi scolasticianaloghi, la conoscenza costituisce un difetto. Quanto meno, un fattore dirischio. Una specie di debolezza che è meglio tenere nascosta, per non doversubire conseguenze spiacevoli. Ed è così, purtroppo, non soltanto nella scuoladi Ardenno sotto gli occhi vigili di una bidella. E' un male comune (e per lopiù taciuto) nelle scuole di tutta Italia dove, in nome di una morale che certonon si sono inventati loro (e sulla quale dovremmo riflettere, magari dopo cheun profeta televisivo armato di rock dimostra davanti a milioni ditelespettatori di non sapere usare un dizionario d'italiano), i nostri ragazzipreferiscono fare la figura dei bulli piuttosto che quella dei secchioni, anchesolo alzando una mano per enunciare una risposta esatta. Quasi che la conoscenzafosse una vergogna. "

elena.loewenthal@lastampa.it