27 novembre 2005

Sul rapporto tra religioine e politica

Eolo Parodi, se non ricordo male, era il Presidente dell’Ordine dei Medici. Oggi è responsabile Sanità di Forza Italia e presidente Enpam. Ieri sul Giornale c’era un suo articolo che con la medicina non c’entra niente, visto che si occupa di scienza della politica, religione, Machiavelli, ecc., ma è ugualmente interessante. Non condivido molto, ad essere sincero (una visione molto poco, anzi, troppo poco “laica”), però ci sono dei passaggi che mi sembrano culturalmente stimolanti:

Il monito di Santa Caterina: «Molti sono che signoreggiano le città e le castella, e non signoreggiano loro: ma ogni signoria senza questa è miserabile e non dura» è purtroppo, nuovamente, attuale. La politica deve ritrovare la sua fonte di ispirazione primaria che è, e rimane, la visione cristiana della società, dell’uomo, dello Stato. La politica non ispirata dalla religiosità ma da quei principi e valori che fanno del cristianesimo un patrimonio unico e, nella sua forza rivoluzionaria, comune a tutti, credenti e non credenti. Gli stessi principi della Rivoluzione francese, «libertà, uguaglianza, fraternità» affondano nella tradizione cristiana. È il Cristianesimo che, valorizzando la dimensione dell’autocoscienza, ci porta al concetto di libertà ed è la concezione creazionistica che ci fa uguali e fratelli. È il Cristianesimo, afferma H. Bergson, «quello che può permettere una sintesi fra i tre termini» attraverso la solidarietà come momento di mediazione fra la libertà e l’uguaglianza che, nel loro sviluppo, tendono ad essere in posizione antitetica, favorendo la libertà, le diversità e le differenziazioni.La solidarietà, in una dimensione più ampia diventa fraternità, che, come già detto, implica il riconoscersi in un Padre comune. Un mio illustre concittadino, Giuseppe Mazzini, alle cui idee l’Italia e l’Europa intera debbono molto, e non certamente «uomo di Chiesa», riconosceva in un suo scritto, Dell’iniziativa rivoluzionaria in Europa (1834), che nella Dichiarazione dei diritti dell’89 erano stati riassunti i risultati dell’epoca cristiana, ponendo fuor d’ogni dubbio e innalzando a dogma politico, la libertà conquistata nella sfera dell’idea dal mondo greco-romano, l’eguaglianza conquistata dal mondo cristiano e la fratellanza, che è conseguenza immediata dei due termini.

Non credo che sia tutto da buttar via. Sinceramente, ci trovo spunti condivisibili anche da un punto di vista laico (non laicista, ovviamente). L'articolo contiene anche, come dicevo, un riferimento a Machiavelli che, a mio parere, denota una comprensione troppo ristretta e schematica del pensiero politico del Segretario fiorentino. Anche il riferimento agli Stati Uniti è un po' schematico e "a senso unico". Comunque merita di essere letto.

22 novembre 2005

Il problema di Whitman

«Il problema di Whitman, naturalmente, sono le idee; ne aveva, accade a tutti; ma oscuramente, a intermittenza, avvertiva che per un poeta non è una buona cosa avere delle idee».
Lo avrebbe detto, secondo Il Giornale, Giorgio Manganelli. Il giudizio vorrebbe essere caustico, ma a mio avviso non lo è. Un poeta non ha idee, è l'idea che ha il poeta. O meglio, il poeta è l'idea.

21 novembre 2005

Thank you, Norm

Foglie d’erba è un blog che riesco ad aggiornare con un minimo di regolarità soltanto a periodi. Me ne dispiace, ma di più non mi è possibile fare, e questo a causa di impegni lavorativi che mi danno raramente tregua. Ciononostante, oggi mi sono accorto che un blog di quelli che contano (e ad un livello stratosferico!) ha incluso Foglie d’erba nella lista dei suoi link. E’ una novità che non posso non segnalare, con grandissima gioia e soddisfazione, ai non troppo numerosi lettori e amici del blog. Ora in quella lista Foglie d’erba figura insieme a Wind Rose Hotel, che è un altro fantastico blog che mi linka ed è sicuramente il mio preferito tra quelli in italiano. Ed è grazie ai post che ho letto su WRH che ho fatto le mie scoperte più significative nella blogosfera, tra le quali quella del blog del Professor Norman Geras. Questo è un onore doppio, insomma.

Grazie Norm, grazie davvero. Thank you, Norm, thank you very much indeed.

20 novembre 2005

"Il futuro e la speranza dell'umanità"

"I bambini sono il futuro e la speranza dell'umanità e bisogna promuovere e consolidare una politica dell'infanzia". Lo ha scritto Ciampi, in occasione della Giornata dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, in un messaggio inviato alla presidente della Commissione parlamentare per l'Infanzia della Camera, Maria Burani Procaccini, che a quanto pare ha fatto un buon lavoro.

"I bambini sono il futuro e la speranza dell'umanità. Dobbiamo promuovere e consolidare una politica dell'infanzia capace di offrire una qualità migliore dei servizi anche attraverso il contributo prezioso dell'associazionismo e del volontariato. La Commissione Parlamentare per l'infanzia ha contribuito con un lavoro parlamentare attento e scrupoloso, condiviso da tutte le componenti politiche, a far crescere e consolidare - sottolinea il Capo dello Stato - la tutela, la protezione ed il benessere dei minori in Italia. Con sentimenti di vivo plauso e apprezzamento per il vostro costante impegno rivolgo a lei, gentile Presidente, agli illustri premiati, a tutti i componenti la Commissione un cordiale e partecipe augurio di buon lavoro."
(La Stampa di oggi)

Ovviamente sottoscrivo. Tra l'altro, la riconferma di Ciampi alla presidenza della Repubblica mi sembra un'ottima idea.

16 novembre 2005

Torture: indegne dell'America e di tutti i democratici

Essere pro-America non significa non essere in grado di capire che una posizione targata US è indifendibile. Ad esempio quella sulla tortura, argomento più che mai attuale (purtroppo). In questo post di Norman Geras c'è anche quello che pensa il sottoscritto.
Grazie a Rob di Wind Rose Hotel.

14 novembre 2005

Il branco

Ne hanno parlato vari giornai e telegiornali. Questo articolo di Elena Loewenthal su La Stampa di oggi mi sembra un commento interessante.

Non lascia copiare, picchiata dal branco

"A volte hanno fama arcigna. A volte fra le tante mansioni del loro mestierec'è anche quella dell’angelo custode, come è capitato alla bidella della scuolamedia «Enzo Vanoni» di Ardenno, in provincia di Sondrio, richiamata dalle urlaferoci e disperate di una bambina durante l’intervallo. Forte forse di tantaesperienza, forse soltanto di una buona sensibilità, la bidella ha capito chequelle grida non erano un normale chiasso da pausa lezioni. Tutt’altro: eranoinfatti calci e pugni di un'autentica aggressione. La vittima: undici anni. Ilmovente: non aver passato un compito. Lei per fortuna non ha lesioni néfratture. Come si dice in gergo, se la caverà. Ma proviamo a immaginare il suoritorno a scuola, fra qualche tempo. Con i compiti fatti. Perché proprio questaè la sua colpa: avere studiato la lezione. E’ l’ennesimo episodio di bullismo ascuola: più che l'impulso di commentare desta tristezza, certo. E poi l’età: inun’epoca in cui i tempi della vita si allungano quasi a vista d’occhio, certebrutte cose invece sembrano sempre più precoci. Come se si avesse fretta disfogarli, tali soprusi. Ma questo ennesimo episodio racconta una nota dolente inpiù, in rapporto ad altri casi di violenza in erba: è come se avesse undisvalore aggiunto. Che non è solo triste - o tragico: è anche moltopreoccupante. Questa bambina è infatti stata aggredita perché lei è una che sa.Una che evidentemente si era preparata, studiando. Da che mondo è mondo, ilfatto di sapere rappresenta un vantaggio. Ma qui, e in altri casi scolasticianaloghi, la conoscenza costituisce un difetto. Quanto meno, un fattore dirischio. Una specie di debolezza che è meglio tenere nascosta, per non doversubire conseguenze spiacevoli. Ed è così, purtroppo, non soltanto nella scuoladi Ardenno sotto gli occhi vigili di una bidella. E' un male comune (e per lopiù taciuto) nelle scuole di tutta Italia dove, in nome di una morale che certonon si sono inventati loro (e sulla quale dovremmo riflettere, magari dopo cheun profeta televisivo armato di rock dimostra davanti a milioni ditelespettatori di non sapere usare un dizionario d'italiano), i nostri ragazzipreferiscono fare la figura dei bulli piuttosto che quella dei secchioni, anchesolo alzando una mano per enunciare una risposta esatta. Quasi che la conoscenzafosse una vergogna. "

elena.loewenthal@lastampa.it

05 novembre 2005

Roma è con Israele

Sono appena tornato dagli Stati Uniti, dove la notizia, a quanto mi risulta, non è arrivata. Non capisco perché, visto che mi sembra piuttosto importante. La notizia è quella della manifestazione romana di protesta contro la sparata del presidente iraniano e in difesa del diritto di Israele ad esistere. Il commento di windrosehotel, che ha giustamente diffuso l'informazione anche in inglese (anche normblog lo ha fatto) è molto bello. Ma se sulla stampa anglo-americana tutto tace, in francese c'è questo articolo di Le Figaro.

Fa piacere tornare nel proprio Paese e scoprirlo capace di questi gesti.