18 gennaio 2007

Si consiglia di leggere

Avendo avuto un po' d tempo, oggi è stata una giornata di letture in giro per la blogosfera. Vorrei quindi segnalare le cose che mi sono sembrate più interessanti.

La prima riguarda un paese che mi è caro e conosco abbastanza bene, anche senza avere una conoscenza decente della lingua, vale a dire la Germania. Su Walking class si racconta molto bene come e perché finisce l’era Stoiber.

La seconda è un post su pritreviso.splinder.com che spiega in dettaglio e commenta per benino la notizia che ci ha fatto tutti fare salti di gioia, e cioè che in base all'indice delle libertà economiche elaborato dalla Heritage Foundation e dal "Wall Street Journal", l'Italia, più o meno, è come l'Uganda.

La terza l'ho letta su windrosehotel e riguarda la "teoria del complotto" relativamente all'11 settembre. Da un esponente della sinistra radicale americana arriva una stroncatura definitiva e beffarda delle sciocchezze che si sono udite in questi anni su quel tagico avvenimento.

La quarta la copio/incollo direttamente da Wittgenstein, perché è un post telegrafico:

Piuttosto che farsi venire un'idea o fronteggiare l'evidenza, Piero Fassino fa il suo onesto lavoro e timbra una letterina di azioni-di-governo, riforme-strategiche, sedi-di-impostazione, strumenti-con-cui-avviare, e finisce per confermare ciò che nega.

Giustizia ingiusta

Ci sono notizie "giudiziarie" che definire imbarazzanti è un pietoso eufemismo. Cito per comodità dal Riformista di oggi:

Uno dei consulenti dei pm impegnati nell’esame delle forbici sequestrate a casa dell’ingegnere Elvo Zornitta - il presunto Unabomber da settimane sbattuto in prima pagina e sulle tv di tutt’Italia - è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura della repubblica di Trieste. Secondo il sito internet di Panorama avrebbe - il condizionale è d’obbligo - modificato le forbici al fine di renderle compatibili con un lamierino di ottone trovato nell’ordigno inesploso il 2 aprile 2004 nella chiesa di Portogruaro, in provincia di Venezia.

Per uno che viaggia per lavoro fuori dall'Italia per gran parte dell'anno queste sono cose che fanno passare la voglia di tornare e inducono a decidersi una buona volta ad accettare qualche proposta che preveda un espatrio pressoché definitivo. Comunque, sperando che la notizia possa essere smentita dai fatti, non resta che associarsi alle considerazioni conclusive dell'editoriale succitato.