Il mio silenzio è stato troppo lungo ed anche un po' vergognoso. Ma penso di avere alcune attenuanti, tra cui un lavoro che ultimamente non mi ha dato tregua e mi ha sballottato in giro per il globo oltre ogni umana immaginazione. Cosa sarebbe questo lavoro se non fosse così maledettamente interessante! Va bene, comunque eccomi ancora qua, e stavolta non per rimanerci per una frazione di secondo, o all'incirca (seriamente, stavolta dovrei farcela a rimanere in circolazione per qualche mese, complice qualche affanno del sistema economico globale).
Che dire per riprendere i contatti? Mah, che come al solito la navigazione nella blogosfera mi ha portato ai blog di sempre (quelli che se posso li leggo anche in Indonesia o in Madagascar). Qualcuno in inglese, qualcuno in francese o spagnolo, qualcuno in italiano. Avendo frequentemente tempi molto ristretti, devo per forza selezionare. Quindi solo il meglio del meglio, per capirsi: i Norman Geras, i Christopher Hitchens, i Rob, e gli altri elencati sulla destra (ma è un elenco da rifare almeno in parte, qualche aggiunta soprattutto). Rob in particolare ha scritto (in italiano) cose memorabili sulla rovinosa caduta di Veltroni dopo i brillanti esordi. In inglese si è occupato anche della riformetta della Gelmini con un paio di post che condivido totalmente. L'argomento mi sta particolarmente a cuore, evidentemente, dal sistema formativo dipende il nostro futuro. Questa banale constatazione, però, non sembra condivisa dalla nostra classe politica, nessuno escluso, sia chiaro, anche se la sinistra fa finta di interessarsene per catturare qualche improbabile consenso.
Per oggi, direi, è tutto. A risentirci.