28 aprile 2005

Una disfatta politica e intellettuale

Mentre la campagna elettorale nel Regno Unito vive la fase più combattuta, sul Guardian un certo Richard Gott, estremista di sinistra, "pacifista" e ovviamente anti-Blair, sferra un attacco micidiale nei confronti del Premier, accusandolo di ogni nefandezza possibile e immaginabile. Un attacco che definire vergognoso è troppo poco, al quale tuttavia Norman Geras risponde per le rime. Ed è veramente una ran bella risposta. (Via Wind Rose Hotel)

27 aprile 2005

Ferguson su America ed Europa

"E Dio separò gli Stati Uniti e l’Europa", di Niall Ferguson. Sul Corriere della sera di ieri ("documenti"). Una lettura da non perdere. Anche il documento di oggi a occhio e croce (devo ancora leggerlo!) è interessante: "Basta un no e la Francia esce dalla storia d’Europa" , dell' accademico di Francia Jean d’Ormesson.

Tsunami a lieto fine

Un inglese del Gloucestershire, ritrova vive la moglie e la figlia di 2 anni che credeva morte nello tsunami in Thailandia. La bimba e la madre si erano salvate ed erano state accolte da una famiglia del luogo. Però la donna aveva perso la memoria. (Corriere della sera)

20 aprile 2005

Berlusconi-bis?

Berrlusconi ha deciso di dimettersi. Ha ragione Wind Rose Hotel a richiamare l'ottimo artricolo di Barbara Spinelli sulla "sindrome del supermercato", perché a questo punto con il Berlusconi-bis che si prospetta è proprio dove dice la signora che si va a parare. Ai pochissimi visitatori di questo blog (giustamente) raccomando la lettura dell'articolone succitato.

19 aprile 2005

Ci sarà ancora ...

Mentre la crisi di governo segue il suo corso, sono qui che mi domando se alle prossime elezioni politiche ci sarà ancora un centro-destra contro un centro-sinistra. Ma poi mi sorprendo a pensare che la cosa, alla fin fine, non è che mi riguardi più di tanto, visto che avevo già deciso di non votare. Mi dispiace soltanto di non potre votare per eleggere il prossimo papa: quella è una cosa seria.

14 aprile 2005

I vantaggi del proporzionale

Riprendo il discorso iniziato su Wind Rose Hotel sul sistema elettorale. Anch’io condivido l’ipotesi di Giovanni Sartori (Corriere della Sera di domenica scorsa) per risolvere i problemi dell’Italia dal punto di vista delle coalizioni, che sono entrambe piuttosto disastrate a causa del maggioritario: il sistema tedesco. Pernso di rendere un servizio a chi vuole approfondire l’argomento dando alcuni link (si riferiscono a testi di Sartori e a dibattiti sulla stampa tra lo stesso sartori e altri politologi ed esponenti politici.

Ricordo inoltre che un’alternativa al sistema tedesco potrebbe essere il “doppio turno di collegio”, che era originariamente l'ipotesi prediletta di Sartori, poi messa da parte un po’ a malincuore. Quest’ultima ipotesi era quella che poi fu adottata da Massimo D'Alema quando era segretario dei Ds. Traggo da La Repubblica questa sintesi:

Lo scontro della seconda tornata rimane all'interno dei singoli collegi senza allargarsi sul piano nazionale. Il Parlamento viene eletto con un sistema maggioritario a doppio turno, in cui il numero dei parlamentari equivale a quello dei collegi. Vince al primo turno il candidato che ottiene il 51 per cento dei voti. Se non lo ottiene nessuno, si torna a votare per i quattro partiti che hanno conquistato il maggior numero di voti oppure (proposta D'Alema) per tutti quelli che hanno superato la soglia del sette per cento. Tra i partiti che hanno diritto ad andare al ballottaggio, alcuni possono decidere di rinunciare e invitare il loro elettorato a votare per il candidato politicamente più vicino. I partiti che "desistono" hanno diritto a dividersi un premio, che consiste nel recupero proporzionale del 10-15 per cento dei seggi.


Ed ora ecco i link:

Interventi di Sartori, Panebianco, Passigli, Chiarante. Inizio 99;
Sartori sul Corriere della Sera del 14 dicembre 2002;
Una riflessione di Giovanni Sartori del febbraio 2003;
La posizione di Società Aperta (favorevole al modello tedesco).

13 aprile 2005

A proposito di violenza e croci uncinate negli stadi

"Occorre guardare in faccia questa realtà, soprattutto quando ci interessa da vicino. Si può così scoprire che essa ha molte facce: quella del tifoso che è diventato violento perché ha trasformato in fanatismo il vecchio spirito campanilista; quella del tifoso prezzolato per influenzare con la violenza le scelte societarie; quella del tifoso politicizzato e, infine, quella di chi tifoso non è ma si mescola agli sportivi solo per praticare la violenza come strumento di lotta politica, colpendo a man salva poliziotti e carabinieri. Contro un fenomeno così complesso non esiste una risposta che da sola possa risultare efficace. Ognuno dia quella che gli spetta: per quanto mi riguarda, ho voluto che non ci fossero dubbi sulla risposta del Ministro dell'Interno. "

Giuseppe Pisanu (ministro dell'Interno)

Tratto dalla lettera del ministro al Corriere della Sera (13 aprile). Mi sembra un' impostazione ragionevole.

11 aprile 2005

Dimissioni

Berlusconi ha risposto picche a chi gli chiedeva, dentro la maggioranza, di andare a votare subito. Il centrosinistra è stato prudente: a parte i soliti sproloquiatori, del tipo di Pecoraro Scanio, si sono ben guardati dallo spingere in quella direzione, visto che sanno bene che chi provoca elezioni anticipate è di solito punito dagli elettori. Quindi ci sarà un anno da dimenticare, con un governo diviso su tutto e in balia di un'infinità di ricatti, e un'opposizione unita soltanto dalla voglia di tornare al potere e di mandare a casa Berlusconi. Ci si può dimettere, almeno temporaneamente, da cittadini italiani?

05 aprile 2005

Centrosinistra vincente

Adesso che hanno vinto nel segno di Bertinotti (quanto meno in Puglia, che è il risultato più clamoroso) ai riformisti non resta che incartarsela. Fino a quando l'Unione non perderà malamente un'elezione (non è un augurio, è solo un'ipotesi!) dopo essersi sfasciata sulla politica estera, le danze nel centrosinistra le guiderà Fausto. Altro che Fassino.

04 aprile 2005

Giovanni Paolo II e gli ebrei

Un giornale israeliano racconta il rapporto tra Karol Wojtyla e gli ebrei e cita un paio di episodi. Grazie a Wind Rose Hotel e a Normblog.

Fuori programma

Barbara Spinelli, su La Stampa ha scritto una delle cose più interessanti sul pontefice appena scomparso, pur occupandosi del film "Sine die". Si potrebbe obiettare qualcosa su uno o due punti, ma mi sembra che l'articolo sia degno di attenzione. Ne riporto un pezzo:

Da dove gli viene questa forza speciale? Proprio vedendo Sine die, sembra di vederne la chiave. La chiave è forse nel suo continuo dire parole e scegliere gesti fuori programma, fuori dalle regole. È il suo dire e muoversi che parla direttamente alle varie nazioni e alle varie religioni, come se tutti già fossimo al punto in cui il tempio non è visibile, perché ormai è in ciascun uomo. Queste parole e questi gesti fuori norma sono ricorrenti in Giovanni Paolo II, il film ce lo fa vedere molto bene. C’è una scena stupefacente in cui il Papa si sente talmente in sintonia con i giovani del nostro tempo e con le loro abitudini e le loro musiche rock che per più di due minuti canticchia e geme di gioia, come in dialogo di suoni che solo tra loro è comprensibile, sotto lo sguardo un po’ stupito degli accompagnatori (ci sono spesso momenti in cui si rivolge ai giovani con un sorriso specialmente amico, alzando appena la mano, levandole tutte e due come in una danza). E poi alla fine dell’incontro al Madison Square Garden, a New York, alla fine dell’happening (lui stesso lo chiama: «Un momento carismatico») annuncia per metà soddisfatto per metà complice: «We shall destroy the program» - Distruggeremo il programma, le regole fisse.

03 aprile 2005

Karol

E così è andato. Quanto ho ammirato Karol Wojtyla! Cattolici e non cattolici si sono inchinati, protestanti, ebrei, musulmani, e chissà quante altre religiosità. Oggi sarà un inseguirsi di articoli, editoriali, testimonianze. Finora il più leggibile tra i commentatori mi è parso Vittorio Messori. Sui blog che ho visto qualcuno ha avuto la sensibilità di non scrivere niente, o almeno lo strettissimo necessario, altri si sono "lanciati" (alcuni, con modalità piuttosto discutibili), e hanno esibito scarsa dimestichezza con gli argomenti che toccavano. Quello che resta, ad ogni modo, è la forza della Chiesa, quella polacca in particolar modo, che ha saputo produrre un simile uomo. Ora bisogna assolutamente che il Padre Eterno ce ne mandi se non proprio un altro come lui, almeno uno che non lo faccia rimpiangere amaramente.