Se quel che dice Calderoli ha un fondamento giuridico è inutile fare tante storie: la parola passi ai giudici e ai giuristi, e facciamola finita.
Comunque Buona Pasqua a tutti.
Un blog mi costringe ad annotare qualche pensiero, che altrimenti andrebbe disperso. Il nick "Walt" vale Walt Whitman, vale a dire l'autore della raccolta di poesie alla quale il nome del blog si richiama.
15 aprile 2006
09 aprile 2006
06 aprile 2006
Campagna deludente
Su La Stampa di oggi. Una cosa semplice che dice tutto quel che avrei potuto dire io sulla campagna elettorale. L’ha scritta Lietta Tornabuoni:
Soldi, soldi, soldi. In questa campagna elettorale non s'è parlato d'altro, come se il Paese fosse un mercato sterminato, un luogo di baratto dove cedere il voto per una manciata di noccioline (tu mi dai il voto e io ti levo l'Ici, tu mi eleggi e io dò 200 euro mensili per tre anni ai tuoi bambini, percentuali, tagli e cunei fiscali, coperture mancanti eccetera). Bugie a parte, è naturale: i soldi sono l'elemento centrale, nell'Italia squattrinata. Ci si ritrova peggio che nei versi dell'«Internazionale», il canto storico dei lavoratori: «Noi non siamo più nell'officina / sotto terra, nei campi, in mar / la plebe sempre all'opra china / senza ideali in cui sperar». Gli ideali neppure sono stati nominati, il che dà un certo senso di angustia, di aridità.
Per quello che riguarda i blog, non ne ho potuto visitare molti ultimamente, tranne quei quattro o cinque che leggo tutte le volte che mi collego a Internet. Il solito Windrose, ad esempio, ha trovato il modo di dire finalmente quel che pensa di Prodi (pardon, si limita a parlare di una sua “suggestione”). Ed io non posso che sottoscrivere. Certo che suggestioni così non si riscontrano tutti i giorni. Un post, come al solito, superlativo, praticamente perfetto.
Soldi, soldi, soldi. In questa campagna elettorale non s'è parlato d'altro, come se il Paese fosse un mercato sterminato, un luogo di baratto dove cedere il voto per una manciata di noccioline (tu mi dai il voto e io ti levo l'Ici, tu mi eleggi e io dò 200 euro mensili per tre anni ai tuoi bambini, percentuali, tagli e cunei fiscali, coperture mancanti eccetera). Bugie a parte, è naturale: i soldi sono l'elemento centrale, nell'Italia squattrinata. Ci si ritrova peggio che nei versi dell'«Internazionale», il canto storico dei lavoratori: «Noi non siamo più nell'officina / sotto terra, nei campi, in mar / la plebe sempre all'opra china / senza ideali in cui sperar». Gli ideali neppure sono stati nominati, il che dà un certo senso di angustia, di aridità.
Per quello che riguarda i blog, non ne ho potuto visitare molti ultimamente, tranne quei quattro o cinque che leggo tutte le volte che mi collego a Internet. Il solito Windrose, ad esempio, ha trovato il modo di dire finalmente quel che pensa di Prodi (pardon, si limita a parlare di una sua “suggestione”). Ed io non posso che sottoscrivere. Certo che suggestioni così non si riscontrano tutti i giorni. Un post, come al solito, superlativo, praticamente perfetto.
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