- la celeberrima Pinacoteca, uno musei pubblici più prestigiosi d'Italia (il «Cristo morto» di Mantegna, «Lo sposalizio della Vergine» di Raffaello, il «Quarto stato» di Pelizza da Volpedo);
- la prestigiosa Accademia di Belle Arti;
- la Biblioteca Nazionale Braidense;
- l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere;
- l'Osservatorio astronomico;
- I'Istituto di fisica generale applicata;
- l'Orto Botanico.
Ebbene, tutto questo ben di Dio versa nel degrado più totale, come si evince da questo articolo del Corriere della Sera, che tra l'altro spiega come ci sia poco da illudersi sul futuro:
«Il degrado è evidente – ammette il direttore dell'Accademia, prof. Ferdinando De Filippi –, ma noi non possiamo fare nulla. Noi delle Belle Arti facciamo parte del Miur, il ministero dell' Univeristà e della ricerca, mentre la Pinacoteca, la Biblioteca Nazionale Braidense fanno parte del Mibac, il ministero dei Beni Culturali. Ci possiamo solo occupare dei corridoi interni, delle aule, mentre il palazzo, il cortile, le statue fanno capo all'Agenzia del Demanio». Una situazione, questa, riconosciuta anche dalla direttrice della Pinacoteca, Luisa Arrigoni: «Siamo un condominio senza proprietario». «Non c'è dubbio che le statue in gesso dei corridoi della Accademia siano sporche – dice ancora il direttore De Filippi -, ma non le possiamo toccare. L'edificio neoclassico di via Brera 28 è un caso unico al mondo perché esprime un concetto di interdisciplinarietà artistica».
Se arrossire fosse ancora di moda, l'Italia dovrebbe assomigliare ad un immenso prato ricoperto di papaveri ...