03 giugno 2005

Referendum, l'arte dello spiazzamento

Francesco Rutelli come Fini, ovvero l’arte dello spiazzamento (degli avversari e della maggior parte degli “amici”). Mi domando quanto ci sia di sincero nelle posizioni di entrambi. Ecco cosa riporta il Corriere della Sera. Parla Rutelli:

«Io mi asterrò perchè è il modo politico più efficace per rigettare i quesiti. È la risposta giusta perchè chi vota no involontariamente aiuta chi vuole il sì e imbalsama la legislazione attuale delegittimando la possibilità di modificare la legge».

«Il non raggiungimento del quorum lascia la strada aperta a un miglioramento della legge, mentre il Sì farebbe un macello, producendo una legge inaccettabile. Questa legge non è perfetta, va migliorata. Ma per migliorarla è indispensabile verificarla e affinarla».

«L'estrema complessità del tema forza i promotori dei quesiti a delle semplificazioni sbagliate. Sciabolate e accettate, necessarie per arrivare a coinvolgere il grande pubblico, sono la negazione della complessità della materia e quindi l'astensione rappresenta un radicale rifiuto di questa impostazione. In secondo luogo, l'astensione è il modo politico più efficace per rigettare questa contesa. Chi vota No, involontariamente aiuta la battaglia del Sì».

«Tutti coloro che definiscono in modo aggressivo la scelta dell'astensione, in passato, almeno una volta, si sono politicamente astenuti su altri quesiti. È singolare che oggi chi in passato ha promosso l'astensione attiva, definisca furbesca, miserabile e ipocrita l'azione per l'astensione attiva su questi 4 referendum».


Praticamente posizioni "democristiane" in salsa ex-radicale e post-ulivista. Che casino!

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