28 luglio 2006

Un deserto chiamato Londra

Londra con 36° di massima è un’esperienza che avevo già fatto un po’ di anni fa, ma allora si trattò di un periodo piuttosto breve, mentre il caldo di questo mese di luglio è ben più insistente. E’ uno spettacolo deprimente vedere i parchi bruciati dal sole il colore dominante è il giallo. “Desert London”: così titolava l’Evening Standard qualche giorno fa (prima pagina, caratteri cubitali, foto dall’alto di un Hyde Park irriconoscibilmente giallo) che prendeva tre quarti della pagina.
A quanto pare il gran caldo si è fatto apprezzare un po’ dappertutto, e questo mi consola. Ma bisogna dire che la sera, qui a Londra, si sta benissimo. E all’ombra si sta bene anche alle due del pomeriggio. Mentre in Italia, come sappiamo, non è così. Se qualcuno, comunque, mi viene a dire che l’effetto serra è una balla e che tutto va come sempre giuro che lo strozzo. Anzi, bisognerebbe fare una legge ad hoc: chi va spargendo certe leggende metropolitane va carcerato ed esiliato. E se non basta va pure menato. (C’è una certa esasperazione, non fateci caso …)

10 luglio 2006

Soddisfazioni inattese

Scrivere qualcosa sulla vittoria italiana al mondiale di calcio stando all'estero (al momento in Gran Bretagna) è sicuramente piacevole e gratificante. Oggi sento e vedo intorno a me quanto questo sport sia davvero un fatto globale e che appassiona la maggior parte del genere umano. Gli inglesi, che sono sempre molto "sportivi" (un po' meno quando gioca la loro nazionale, veramente ...) sono ammirati per il carattere e l'intelligenza degli azzurri, e preferiscono di gran lunga l'Italia sul podio al posto della Germania e della stessa Francia. E' una bella senzazione, all'estero, assistere a uno spettacolo del genere. Non pensavo che mi avrebbe emozionato tanto. Alla fin fine mi scopro meno insensibile di quel che pensavo di fronte a questo tipo di soddisfazioni. Ed anche di questo penso di dover ringraziare i ragazzi di Lippi.