11 febbraio 2008

La quadratura del cerchio

Su Il Giornale di oggi Claudio Borghi svolge una riflessione interessante circa la svolta che i due grandi partiti allo stato nascente hanno impresso al sistema politico nazionale. Dopo la “camicia di forza” rappresentata nel recente passato dall’ingresso nell’euro, oggi si registra un altro passo avanti in direzione del buon governo:

Lo scivolo verso il disastro sembrava inevitabile ma per fortuna l’ingresso nell’euro ha rappresentato la prima medicina, sotto forma di una camicia di forza costituita dal vincolo di bilancio. In pratica non si poteva più spendere liberamente, pena l’uscita dai parametri di Maastricht.
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La creazione di due grandi partiti potrebbe rappresentare la quadratura del cerchio: si tratta di un’ulteriore camicia di forza che potremmo chiamare «vincolo di dissenso», annullando la possibilità di veto di un partitino minore ed al contempo mantenendo la motivazione al buon governo data dal timore dell’alternanza con l’altra forza.
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Il fatto che l’approdo a questa soluzione sia stato su base volontaria e non imposto esternamente con il referendum (che diventa a questo punto indifferente) è un’ulteriore garanzia di tutela ed è un punto di arrivo migliore della grande coalizione, che rischia di non avere alternative temibili, diventando alla lunga passiva. È una grande occasione.

Non ci resta altro che sperare che Borghi abbia ragione. Personalmente oserei dire che l'ottimismo (la possibilità che si arrivi alla "quadratura del cerchio") non sarebbe del tutto fuori luogo.

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